LA STORIA DEL CARNEVALE TEMPIESE

Il Carnevale Tempiese è un carnevale storico, unico nel suo genere in Sardegna, ripetutamente imitato e clonato ma irraggiungibile nello spirito, nell’animazione, nel coinvolgimento e nella spettacolarità. Un evento sentito e atteso dalla popolazione locale, la cui tradizione affonda le sue radici in un profondo passato che ha lasciato traccia in vari documenti il più antico dei quali risale alla prima metà dell’800.

Un documento di straordinaria rilevanza che, oltre a dare notizia dello svolgimento dei veglioni mascherati, informa che lo svolgimento del Carnevale a Tempio era già da allora attività di grande rilevanza e coinvolgimento popolare.

Un rito che però non è rimasto nel tempo uguale a sé stesso ma si è rinnovato di continuo, adattandosi alla evoluzione dei tempi che hanno innestato nel sostrato originario, di stampo autoctono, contaminazioni esterne che lo hanno reso diverso da quello della prevalente tradizione isolana. La definitiva scomparsa del carnevale tradizionale si ha nella seconda metà del Novecento.

Negli Anni Sessanta comincia una vera e propria rivoluzione organizzativa, di comunicazione e di immagine, che in pochi anni trasforma una festa di antica tradizione, da semplice festa popolare in un vero e proprio fenomeno di costume, catapultando il nome della cittadina Tempiese oltre i confini dell’Isola. L’autore della Rivoluzione, Salvatore Muzzu, porta con sè dal “continente italiano” una ventata di novità, dando inizio alla nuova era del carnevale tempiese e, di riflesso, gallurese.

Lo spirito surreale e fantastico, goliardico e giocoso tipico di questa manifestazione, amata dai grandi e dai piccini, viene incarnato dalle sfilate e dai corsi mascherati, animati dai mastodontici e colorati carri allegorici di cartapesta, magistralmente realizzati, che sfilano lungo il circuito carnevalesco, tra due ali di folla festante e incantata.