Folklore

IL COSTUME DI TEMPIO

Il costume tradizionale di Tempio è stato ricostruito grazie alle testimonianze lasciate dai viaggiatori e alle tavole realizzate dal pittore torinese Agostino Verani tra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento. Oggi il costume è indossato solo in occasione di particolari cerimonie o feste religiose come quella di Sant’Isidoro che si svolge la prima domenica di settembre.

Il costume femminile più noto di Tempio è quello nero. Risale alla seconda metà dell’Ottocento e veniva portato per le cerimonie ufficiali dalle donne appartenenti alle classi sociali più elevate. Era realizzato con tessuti molto pregiati, come seta o velluto di seta, ed è caratterizzato dalla presenza di una seconda gonna chiamata faldetta incupaltata che veniva rovesciata fino a coprire il capo. Il viso era contornato dal pizzo bianco che copre anche la gola e il petto, trattenuto da diverse spille di filigrana. Con il trascorrere del tempo questo costume divenne caratteristico di tutte le donne tempiesi.

Accanto al costume nero troviamo il costume giornaliero delle ragazze tempiesi, di colore rosso,

costituito da una gonna, un giubbetto e un corsetto verde da cui si intravede la camicia bianca. Sulla testa si indossava un fazzoletto bianco, lu cenciu, che poteva essere annodato in diversi modi su una sorta di cuffia chiamata lu scuffiottu.

Rispetto alle altre zone della Sardegna, le donne tempiesi non amavano ornarsi di gioielli e si limitavano a portare la spilla e gli orecchini chiamati pindini o ricchiali.

L’abito maschile era composto dalla camiscja (camicia) di tela bianca con pizzo e ricami sul collo mentre i polsi venivano chiusi con i gemelli d’oro e argento; sopra si metteva lu canscju (gilet) che poteva essere rosso per i più giovani o nero per gli adulti. I pantaloni sono corti e simili a un gonnellino chiamato ragas, in orbace nero, si indossavano sopra i mutandoni di tela bianca, al di sotto spuntano i pantaloni più lunghi fatti di lino che vengono chiusi dentro delle ghette scure. Il costume è completato da lu gabbanu (il cappotto), in velluto che presenta vari ricami e da la berritta (il cappello) di colore nero.

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