Musica e Arte

Bernardo De Muro

Il Museo Bernardo De Muro, dedicato al celebre tenore lirico, è stato istituito nel 1980 dal Comune di Tempio Pausania, arricchendo il patrimonio comunale con la donazione dei beni di De Muro dal 1953. Attualmente situato all’interno della Biblioteca G.M. Dettori nell’ex convento dei Padri Scolopi, il museo offre tre sale per esposizioni di fotografie, quadri, e oggetti personali dell’artista. La collezione testimonia non solo la carriera musicale di De Muro, ma anche la sua vita personale, attraverso oltre mille fotografie e oggetti vari, tra cui dischi, costumi di scena, e corrispondenza. L’importanza storica e culturale del Fondo De Muro si riflette anche nella vasta documentazione di stampa e manoscritti legati alla sua vita artistica.

 

Banda Musicale Tempio Pausania

Le origini della Banda musicale Città di Tempio risalgono al periodo successivo la seconda guerra mondiale, quando un gruppo di cinquanta musicisti amatoriali fondarono per la prima volta una banda cittadina, diretta dal maestro Francesco Azara, con sede nella sacrestia della Chiesa di San Francesco.

Nel corso degli anni Sessanta la direzione fu affidata al maestro Salvatore Rau, nella nuova sede situata nei locali adiacenti alla chiesa di San Giuseppe; verso la fine degli anni Sessanta la Banda si sciolse, per essere ricostituita nel 1980 alla presenza delle maggiori autorità locali e del sindaco.

La direzione fu affidata al maestro Masino Azara, figlio del maestro fondatore, con sede nei locali sottostanti al Vecchio Caseggiato. A questi anni risale l’ingresso delle donne nella banda cittadina.

Nel corso del tempo si sono succeduti diversi maestri: Lorenzo Sanna, il giovane Fabrizio Ruggero e Alfonso Ruggero, che attualmente dirige l’associazione nelle esibizioni itineranti. Per i concerti la Direzione musicale e artistica è affidata a Daniele Ricciu, musicista di professione e virtuoso del sassofono.

Attualmente la Banda è composta da una trentina di elementi di tutte le età. Oltre ad animare le feste del paese,  partecipa a diversi raduni bandistici e eventi musicali.

Gavino Gabriel

Gavino Gabriel fu un musicologo, cultore delle tradizioni popolari di tutte le regioni italiane soprattutto di quella sarda con particolare riguardo a quella gallurese.

Nato a Tempio Pausania il 15 agosto del 1881 si laurea nella facoltà di Pisa nel 1905. Nel 1910 si reca a Londra per tenere un ciclo di conferenze riguardo al folklore musicale sardo e tra il 1913 e il 1914 al “Filangeri” di Torino e al “Lyceum” di Milano viene presentata La Jura, un’opera lirica che narra una storia legata al mondo agro-pastorale ambientata tra il 1810 e il 1820 tra le campagne galluresi. L’opera ricevette numerose recensioni positive. Scrisse anche una Suite gallurese per quartetto d’archi su temi isolani.

Dopo l’esperienza bellica che lo vide impegnato come ufficiale di fanteria torna in Gallura e seleziona I cinque tasjadori di Aggius, che furono presentati nel 1910 al teatro Quirino di Roma. Gavino Gabriel definiva il canto gallurese dolce e armonioso come il suo paesaggio, realizzando le prime registrazioni e classificando i diversi tipi di canto monodico e melodico. Del termine tasgia non esiste un corrispondente in italiano, per il gallurese tasgia è sinonimo di grazia e armonia. La polifonia gallurese è composta da cinque voci: boci o tinori, contra, trippi, falsittu e grossu o bassu.

Sempre a questi anni risale la conoscenza con Gabriele d’Annunzio con cui stringerà una profonda amicizia, il vate definì Gavino Gabriel come “Sardo della miglior razza”

Tra il ’22 e il ’25 sarà impegnato in un’intensa attività di studio e collaborazioni con importanti personaggi. Nel 1932 fu chiamato a dirigere la Discoteca di Stato, da lui precedentemente fondata insieme a Rodolfo De Angelis, per la quale intervistò numerosi personaggi dell’epoca tra cui Luigi Pirandello, Grazia Deledda e Giovanni Gentile. Sempre per la Discoteca di Stato incise la raccolta Canti di Sardegna, dirigendo personalmente il gruppo ‘I cinque aggesi’.

Nel 1936 venne chiamato a far parte come giornalista del quotidiano La nuova Eritrea, e rimase nella nuova colonia per circa una ventina d’anni. In questo periodo collaborò con il governo italiano in Eritrea come traduttore e consulente. Farà ritorno in Italia nel 1953 dove riprenderà la sua attività saggistica e di divulgazione.

Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Roma dove si spense il 28 novembre del 1980.

A Tempio esistono due cori che portano il nome di Gavino Gabriel, e a lui la città di Tempio ha dedicato una targa applicata nella facciata principale del municipio della città.